VALORIZZIAMO IL NOSTRO TEMPO

Miei Cari,
anche in questo arco di tempo non voglio farvi mancare la mia parola. Siamo una piccola Comunità e lo scambio, un pensiero possono lenire le nostre sofferenze, rafforzarci nella speranza, guardare in alto, al di là delle cose e del tempo. E a riguardo del “Tempo” vi partecipo alcune riflessioni che ho tratto da alcune mie letture. “ Non ho tempo….. Vediamo, se mi avanza il tempo”; quante volte frasi di questo tipo segnano i nostri rapporti con le persone! E spesso anche il dialogo con il Signore e perfino i conti con noi stessi: e così ci accusiamo, o siamo rimproverati, di trascurare il sonno, la distensione, un momento di svago con gli amici….. E finiamo per rimandare sempre: a domani, al fine settimana, alle ferie, al tempo della pensione, al ….. paradiso. Uno scrittore contemporaneo scrive che, secondo alcuni psicologi, un segno della maturità personale è invece la capacità di valorizzare il tempo che ci è dato, imparando progressivamente a diventarne “signori” e non rimanerne schiavi. Come cristiani, potremmo aggiungere: tentando di assomigliare a Colui che è il Signore del tempo e della storia, dinanzi al quale “mille anni sono come un giorno solo”. Pure l’orologio e l’agenda dunque hanno a che fare con la spiritualità; non solo nel senso di mettere ordine tra “le cose di qusto mondo” perché non rubino il posto a Chi deve avere il primo posto, ma per tentare di dare un significato più ricco e un valore più pieno alle mille attività e impegni di ogni giornata. Tutto ciò entra nel rapporto con Dio e indubbiamente può trovare un significato diverso se è vissuto nella spiritualità. E cioè: se considero queste cose dentro un progetto, che va costruendosi anche attraverso la fatica e l’impegno; se colgo il loro valore nella volontà d’amore del Padre; se le penso da vivere non solo per me, ma con e per gli altri. La Madonna, tra i tanti esempi della sua vita, ci mostra anche il valore di ogni giorno vissuto con semplicità, con e per il Signore: “Donna feriale” la chiama amabilmente il nostro compianto Don Tonino. Ad insegnarci un amore a Dio e un’attenzione alla preghiera per tutte le stagioni dell’esistenza. Soprattutto in questi giorni mentre stiamo per celebrare la festa delle apparizioni a Lourdes.
Cordialmente in Maria, don Vincenzo

Papa Francesco e la Madonna

Perché ha scelto tre tematiche mariane per le prossime tre Giornate mondiali della gioventù che condurranno alle Gmg di Panama?
«I temi mariani per le prossime tre Giornate mondiali non li ho scelti io! Dall’America Latina hanno chiesto questo: una forte presenza mariana. È vero che l’America Latina è molto mariana, e a me è sembrata una cosa molto buona. Non ho avuto altre proposte, e io ero contento così. Ma la Madonna vera! Non la Madonna capo di un ufficio postale che ogni giorno manda una lettera diversa dicendo: “Figli miei, fate questo e poi il giorno dopo fate quest’altro”. No, non questa. La Madonna vera è quella che genera Gesù nel nostro cuore, che è Madre. Questa moda della Madonna superstar come una protagonista che mette se stessa al centro, non è cattolica».

11 FEBBRAIO: GIORNATA DEL MALATO

PENSIERI DEL MAI DIMENTICATO DON TONINO

Carissimi fratelli ammalati, oggi il mondo corre sui binari dell’efficienza: produrre, produrre, produrre. Scivola sulle strade a scorrimento veloce del produttivismo: se non produci, a che servi?… E allora che cosa siamo noi ammalati: mendicanti in cerca di pietà? Poveri in cerca di surrogati di speranza? A questo punto vorrei far esplodere fortissimo il mio “NO!”. No, non è così. Vedete, Avviso sAcro conferenza Episcopale italiana Ufficio Nazionale per la pastorale della salute vi dico una cosa. Se noi dovessimo lasciare la croce su cui siamo confitti (non sconfitti) il mondo si scompenserebbe. E’ come se venisse a mancare l’ossigeno nell’aria, il sangue nelle vene, il sonno nella notte. La sofferenza tiene spiritualmente in piedi il mondo. Nella stessa misura in cui la passione di Gesù sorregge il cammino dell’Universo verso il traguardo del Regno. In questo, Gesù è il nostro capo. Bellissimo, oggi, sentircelo al centro, Gesù. Lui confitto su un versante della croce e noi confitti, non sconfitti, sull’altro versante della croce, sul retro. Da una parte c’è lui… E dall’altra c’è lei, Maria, la nostra madre, la regina degli inferni. E ora, perché il nostro lamento si trasformi in danza, vorrei dirvi ancora: non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Non è qualcosa da tenere nascosto. Non è un tabù. E’ quella parte della nostra carta d’identità che ci fa rassomigliare di più a Gesù Cristo. Come facciamo a tenerla nascosta? E’ una tessera di riconoscimento incredibile, straordinaria. Non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Dobbiamo essere fieri. E dobbiamo lottare contro la malattia. Dobbiamo lottare. Mai rassegnarci, come non si è mai rassegnato Gesù… Tanti auguri, carissimi fratelli. Il Signore vi benedica insieme con tutti coloro che vi stanno accanto e che vi danno una mano perché la salute rifiorisca.

don Tonino Bello



RISCOPRIRE IL VALORE DELL’"EDUCARSI…"

In una società così frastornata dai falsi miti e da pseudovalori, è tempo, sia per i laici che per i credenti, di tornare sul significato dell’”educarsi”. In una dimensione strettamente generica l’educarsi è un processo che attiene alla mente e al cuore, ma per il credente attiene fortemente alla fede, in quanto tutto s’incentra sull’uomo visto nella storia del suo rapporto con Dio, con gli uomini, con le cose. Egli perciò si definisce non tanto per se stesso, per quello che egli è, ma piuttosto per quella cge è la sua relazione con Dio, con gli altri, con il creato e con tutte le creature. E ciò consente all’uomo di entrare in una dimensione morale, ossia in un ordine di bellezza e di bontà attraverso il quale attua, educandosi, il cammino dello spirito; un percorso di autoformazione per meglio percepirsi, sentirsi, definirsi “creatura” del Padre e vivere nutrendosi del Suo Amore. Per i credenti, dunque, è giunto il momento di entrare senza alcun tentennamento nell’essenza di tutto il discorso evangelico, per “educarsi” all’incontro vero con l’Altro, perché solo l’incontro con l’Altro traduce concretamente gli aspetti centrali della fede e quindi del Cristianesimo. La capacità e la disponibilità al dialogo e all’incontro devono essere considerate come attitudini tipiche e positive della personalità di un credente, in grado di uscire dalla realtà circoscritta nella quale vive, per stabilire contatti e rapporti con il resto del mondo….un abbraccio talmente sincero e sentito da far pensare ad una vera pangea dell’umanità. Lo spirito evangelico offre la grande possibilità di leggere il mondo e di realizzare l’incontro nella prospettiva del vero avvento del Regno, perché la realizzazione dell’uomo avviene nell’”educarsi” a vivere e a crescere insieme…. Da entità errante e smarrita, l’uomo trova pace e armonia nell’incontro con l’Altro, soprattutto perché realizza l’incontro con Dio, di conseguenza si sente attratto verso quelle giuste forme di armonia, di equilibrio, di pace interiore che corrispondono specificamente al progetto d’Amore di Dio. Allora sulla scia del pensiero di Sant’Agostino sosterrà che non è possibile operare una scelta libera del male e sarà in grado di rispondere agli interrogativi: “Si può forse vedere il buio?” o, “E’ possibile sentire il silenzio?”. In tal senso se l’uomo educa se stesso alla luce, non potrà mai scegliere il male. L’apertura alla salvezza implica di riconoscere l’Altro come fratello, nella condivisione delle diversità: davanti agli occhi del Creatore scompaiono i caratteri distintivi dei popoli. Egli è al di sopra delle nazioni… il Suo unico popolo è l’intera umanità.

NESSUNO OSI TOCCARE IL PAPA

A Francè, hai commissariato Congregazioni, rimosso sacerdoti, decapitato l’Ordine di Malta e i Francescani dell’Immacolata, ignorato Cardinali… ma n’do sta la tua misericordia?
Questo il contenuto dei manifesti che sono comparsi a Roma e che contestano l’operato del Papa. Francesco appare ingrugnato e corrucciato, direi quasi incattivito. È evidente che l’attacco proviene da settori “conservatori” o “ultratradizionalisti” della Chiesa. Anche il Papa ha i suoi nemici in Vaticano, i quali hanno voluto, evidentemente, lanciare un segnale chiaro e preciso: stai distruggendo la Chiesa con le tue scelte. Si tratta di scelte progressiste, di “sinistra”, relativistiche? Nella lettera Amoris laetitia, che tante critiche ha suscitato, vi sono passaggi equivoci che non sono secondo la Tradizione? Personalmente ritengo che questo Papa abbia preso a cuore la causa dei miseri, abbia puntato i riflettori sulla corruzione, stia combattendo una difficile battaglia contro la pedofilia, e forse per tali ragioni è scomodo. Lottare contro le strutture di peccato per demolirle è un’impresa titanica. In realtà grano e zizzania sono destinati a crescere insieme fino a quando non vi sarà la mietitura, ed è destino di chi è vicino a Dio essere lapidato con le parole o con atti insidiosi e subdoli. Quattro porporati emeriti, e cioè privi di qualsiasi incarico, chiedono al Papa di chiarire alcuni dubbi riguardanti l’interpretazione dell’esortazione post-sinodale Amoris laetitiasul matrimonio e la famiglia. Sono i cardinali Walter Brandmüller, già presidente del Pontificio comitato di scienze storiche; Raymond L. Burke, patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, e gli arcivescovi emeriti Carlo Caffarra (Bologna) e Joachim Meisner (Colonia), i quali hanno precisato: “Vogliamo sperare che nessuno ci giudichi, ingiustamente, avversari del Santo Padre e gente priva di misericordia. Ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo nasce dalla profonda affezione collegiale che ci unisce al Papa, e dall’appassionata preoccupazione per il bene dei fedeli”. Se le intenzioni fossero queste, nessun problema. Ritengo giusto chiedere lumi al Santo Padre in materia di fede e di dottrina. Ma c’è modo e modo. Sarebbe stato forse opportuno non divulgare il contenuto dei dubia, tenerli riservati, affinché la loro pubblicazione non venisse poi strumentalizzata contro il Papa e la Chiesa cattolica, dando l’impressione che sia in atto un dissidio fra favorevoli e contrari al Vicario di Cristo. Mi auguro che non abbiano a ripetersi episodi di questo tipo. È bene confrontarsi su questioni dubbie, mentre non è lecito ricorrere, da parti anonime, a screditare il Papa, scelto in conclave dai cardinali sotto l’azione dello Spirito Santo.

Salvatore Bernocco


LA FRANCIA LAICA AVVERSA I CATTOLICI

Mentre il neo presidente Donald Trump proibisce che il governo degli USA finanzi le organizzazioni, come l’International Planned Parenthood Federation, che promuovono e sostengono le politiche abortiste all’estero, in Francia e non solo (in Olanda, la tradizione cristiana di Black Pete è sotto attacco e presto sarà abolita; in Belgio, a Holsbeek , alle porte di Bruxelles, non è stato allestito il tradizionale presepe, tra le polemiche sorte per “non offendere i musulmani”), le cose procedono diversamente. Il laicismo francese è ormai dichiaratamente anticattolico e va finanche contro il principio di laicità, che non significa assenza di valori, ma rispetto dei valori umani comuni, specie di quelli su cui l’Europa fu edificata dai suoi fondatori (De Gasperi, Spinelli, Monnet, Schuman, Bech, Adenauer, Spaak). In tale inquietante scenario, mentre riecheggiano le parole di Benedetto Croce, “non possiamo non dirci “cristiani”, nei primi cinque mesi del 2016 gli atti di violenza o discriminazione contro i cristiani in Francia sono stati 233. Numerosi gli esempi che potremmo portare: l’Assemblea nazionale francese che approva in prima lettura la norma che aggiunge agli «ostacoli all’interruzione di gravidanza» puniti dalla legge anche quello «digitale»; un tribunale dell’Alta Savoia che impone al sindaco del Comune di Publier di rimuovere un monumento alla Vergine Maria installato in un parco pubblico, sulla scia di una analoga decisione del 2015 con cui i magistrati della Procura di Grenoble avevano deciso di far spostare un innocuo blocco di marmo con l’inscrizione “Nostra Signora di Leman proteggi i tuoi figli”. L’elenco delle discriminazioni e delle vessazioni contro chi professa la fede cristiana potrebbe continuare, ma il loro comune denominatore sta nell’avversione conclamata ed esibita contro il cristianesimo, a vantaggio di una sorta di sincretismo ideologico o di un’insalata nichilista il cui esito consisterebbe nella seconda morte di Dio. Va tuttavia segnalato un certo risveglio della cultura cattolica che si contrappone al tentativo dell’omologazione culturale socialista. Si parla, infatti, di “risveglio dei cattolici”, come ha scritto il magazine Express. «È il sussulto della Francia profonda contro quel mondo parigino, laicista e devoto al multiculturalismo, che li ha a lungo disprezzati e qualificati cittadini di serie B, come Libération che, due settimane fa, per commentare le primarie, ha titolato: “Aiuto, Gesù sta tornando!”». Il Cristo quindi, Re della pace, fa paura a certa Europa. Perché? La risposta non è semplice e andrebbe formulata a partire da considerazioni storiche, filosofiche, sociologiche, religiose e politiche. Credo che l’avversione sia diretta contro l’affermazione di una Verità sull’uomo che non si può confutare che con l’imposizione di un multiculturalismo confuso e torbido. Sovvengono le parole rivolte dal Cristo ai suoi accusatori: “Se ho parlato male dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?” (Gv 19,23). Dov’è quindi il male nella fede cristiana? Pilato, simbolo del potere politico di tutti i tempi, gli chiede: “Che cos’è la verità?”, per poi uscire verso i Giudei e concludere: “lo non trovo in lui nessuna colpa”.

 S.B.