IL CATTOLICESIMO E LE METE DEGNE DELL'UOMO

Il Gay Pride di Roma si è risolto nella solita pagliacciata. Slogan offensivi contro il Vaticano e il Santo Padre si sono alternati a sfottò nei riguardi della senatrice Binetti e dell'on. Clemente Mastella, il cui unico ed imperdonabile difetto consiste nel dire chiaramente come stanno la cose in materia di rapporti fra i sessi e di famiglia, e quindi di difendere un modello tradiaonale che non ha alternative praticabili o soltanto ipotizzabili: soltanto alcune menti contorte possono pensare all'esistenza dì una “famiglia” omosessuale. L'on. Griffini dei D.S. si spinge a dichiarare la vittoria del Gay Pride sul Family Day, un parallelismo insensato quanto foriero di ulteriori polemiche, il quale mostra ogni ragionevole dubbio quale fosse lo scopo dagli organizzatori della indecorosa sfilata romana: vilipendere il Papa, offendere i sentimenti di milioni di cattolici, premere politicamente sulla maggioranza di governo perché approvi presto, senza rinvii, la legge sui Dico, quella stessa legge che finanche Fassino ritiene debba essere emendata quanto alla tutela dei diritti individuali. Per quelli una strada praticabile esiste, ed è quella del Codice Civile, fermo restando che l'adozione non è configurabile quale diritto della coppia omosessuale. C'è un insuperabile pre-giudizio di ordine naturale e razionale, quindi etico, che lo impedisce e che nessuna sfilata, per quanto rariopinta, indecente a buffonesca, potrà sovvertire.L'etica non è questione di numeri, ma di ragione e di valori. La stessa ragione, se bene usata, ci suggerisce di distinguere, di evitare pericolose confusioni e fughe in avanti su temi tanto delicati, che la tradizione, o meglio fa natura umana, non è modificabile a proprio piacimento, che ci sono limiti che non vanno oltrepassati, pena lo sgretolamento sociale ed il generale impazzimento. Non ogni particolare condizione personale può essere oggetto di diritti; non ogni pretesa individuale o di gruppi organizzati può essere assunta dal diritto positivo e tutelata. La via maestra è data, oggi come ieri, da un riformismo fondato pur sempre sull'ordine naturale, da cui una misura dì ordine sociale e di equilibrio. È giusto tutelare la famiglia, non è giusto introdurre modelli che la scimmiottino e, nei fatti, ne depotenzino il ruolo ed il significato.Il disordine non può mai assurgere a misura di ordine e di fatto moralmente accettabile. Non è un discorso di conservazione o retrogrado, e, se ci appare evidente che nulla è perfetto sotto il sole, pur tuttavia sappiamo bene che si cresce se si aderisce ad un modello di perfezione che sappiamo esistere e al quale tentiamo ogni giorno di accostarci, non senza fatica e rinunce. Indicare all'uomo mète parziali o moralmente eccepibili o non degne di lui significa svuotarne la volontà, paralizzarne lo spinto, farne un essere inferiore ed infelice. È quanto il tanto contrastato Cattolicesimo intende scongiurare.


Salvatore Bernocco