Lourdes: un invito alla conversione del cuore

L’11 febbraio 1858 la Vergine Maria apparve a Bernadette Soubirous nella grotta di Massabielle, nei pressi della città di Lourdes. Sono trascorsi 150 anni da allora, ma l’invito della Vergine alla penitenza è attuale, intendendo per penitenza l’imbocco di un cammino di conversione del cuore. Quando sentiamo parlare di penitenza, ci irrigidiamo e ci facciamo anche un po’ tristi. Associamo infatti la penitenza a qualche sacrificio, ai fioretti di una volta, al cilicio, nei casi estremi. Il colore che inconsciamente colleghiamo alla penitenza è il nero o il grigio, mai il bianco o l’azzurro.
Nella penitenza si annida qualcosa di tetro. Il volto si fa mesto, mentre dovrebbe risplendere di nuova luce perché la mèta è la gioia. Dio non vuole sacrifici, vuole che ci si occupi delle vedove e degli orfani, cioè di tutti coloro che vivono in una condizione di disagio. L’unico sacrificio richiesto è quello di occuparsi degli altri, il che dà gioia.
Delle preghiere non sa che farsene: «“Che m’importa dei vostri sacrifici senza numero?” dice il Signore.”
Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che veniate a calpestare i miei atri?
Smettete di presentare offerte inutili, l’incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono stanco di sopportarli.
Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova”» (Is 1, 11-17).
Si tratta quindi di diventare immacolati come lei nel senso della carità, dell’amore, mettendo in pratica le beatitudini evangeliche, nella scia di quanto scrive Paolo nella lettera agli Efesini: “Benedetto sia Dio, Padre del
Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi ed immacolati al suo cospetto nella carità”. Immacolati nella carità, testimoni dell’amore, nemici del peccato dell’uomo, non dell’uomo che pecca. Pentirsi significa abbandonare gli idoli ed abbracciare l’unico Dio che può salvare. Un abbraccio d’amore, per niente soffocante: Cristo è stato nemico acerrimo della religione intesa come involucro, insieme di regole e prescrizioni che non liberano ed affossano gli uomini. Del resto, come si legge in un sito web dedicato a Lourdes, “le Apparizioni non
aggiungono nulla al Credo né al Vangelo: ne sono però un richiamo in un’epoca che ha tendenza a dimenticarli, come se si trattasse di una Visita profetica al nostro mondo.
Dio non ci fa convergere su ciò che è meraviglioso o straordinario: con le Apparizioni ci indica semplicemente di ritornare al Vangelo che è la parola di suo Figlio, la Parola di vita”.

S.B.