DAJENU = Questo mi sarebbe bastato

Miei Cari,

siamo ormai alla data anniversaria del XXV anno del cammino pastorale fatto insieme a voi nell’unica parrocchia del SS. Redentore.
Se avessi tanta fede da capire quanto rivelato da Dio a S. Caterina da Siena, di essere cioè una fiammella che Egli vide in Sé e della quale si innamorò, e per questo mi creò, in più chiamandomi al ministero presbiterale, dovrei concludere: Dajenu = questo mi sarebbe bastato, cioè mi sarebbe bastato di essere creato da Dio come oggetto del suo amore, considerando lo svolgimento della mia vita come un corollario, già tutto contenuto in quell’atto creativo. Questa certezza di fede è l’unico motivo che dà
significato alla propria esistenza e dal momento che non si esaurisce nella sua totale comprensione, ho
dovuto riconoscere in ogni evento della mia vita un dono di Dio, per ognuno dei quali devo continuamente ripetere: DAJENU. E i doni continuano…
Risalendo agli anni della mia fanciullezza un ricordo speciale va ai miei Cari, angeli tutelari della mia famiglia, e al mio parroco don Michele. Ma anche al vescovo Mons. Taccone che mi rese cristiano col
battesimo, a Mons. Marena che mi ordinò presbitero, al vescovo Mons. Lanave che mi formò pastoralmente per tanti anni, a Don Tonino che mi chiamò al servizio della nostra parrocchia e ai numerosi sacerdoti e vescovi - figure di valore – incontrati durante il servizio pastorale in Puglia e fuori e da cui tanto ho ricevuto.
Venticinque anni di permanenza nello stesso posto di lavoro (e ancor prima dalla mia fanciullezza) sono in realtà un po’ troppi, ma ho sempre ricordato l’avvertimento dei miei superiori a rimanere nel luogo assegnato dal vescovo perché è l’ambiente segnato dal disegno di Dio; questa certezza è la migliore garanzia per un equilibrio stabile e per una vera pace interiore.
Non voglio pensare che i vescovi succedutisi si siano dimenticati di me nel lasciarmi nello stesso posto;
i fatti dimostrano che c’era un disegno della Provvidenza nel lasciarmi così a lungo nella stessa parrocchia, non tanto per renderla più bella dal punto di vista funzionale ed estetico, quanto per traghettarla -innamorata di Cristo verso il 3 ° millennio. Tuttavia ho sperimentato sempre un certo
disagio nel giustificare, presso i miei numerosi amici la mia lunga permanenza nella stessa parrocchia.
D’altra parte non potendo cambiare luogo (nessun vescovo mi ha chiesto avvicendamenti) sono stato costretto, con molto vantaggio, a cambiare me stesso, specialmente seguendo, da diversi anni ormai, un cammino di iniziazione cristiana post-battesimale.
Penso comunque, in umiltà, di non aver mai deluso la fiducia accordatami, ratificatami peraltro da gratificazioni ricevute dai superiori e dall’allora presidente della Conferenza Episcopale Pugliese Mons. Benigno Papa, arcivescovo di Taranto. Aiutato dalla vostra collaborazione e soprattutto dalla
preghiera di intercessione sono certo di non perdere mai di vista la fonte dell’Essere da cui fu proiettata fuori quella “fiammella di cui Dio si era innamorato”.
E mentre l’avventura continua, penseremo a riparare qualche falla apparsa durante il cammino fatto insieme, a rimuovere qualche ramo secco e - personalmente – ad interrogarmi se mi porto addosso “l’odore della gente” perché è qui la bellezza dell’essere parroco: non è poco, che anzi, vivere l’avventura di camminare con tutti, dai bambini ancora nel grembo o chi già intravede la luce del Regno. Un’avventura che mai ho pensato un imprigionamento, ma ho inteso come quella del pastore che apre il recinto e porta al largo, fuori dall’asfissia dei progetti, lungo la strada della libertà evangelica.
Tutto ciò in termini di attesa e disponibilità ad accogliere quanto via via il buon Pastore vorrà manifestare soprattutto con la guida del Vescovo.
Ma, per tutto quello che in questi 25 anni si è operato e che il Signore ancora vorrà accordarmi, finché
vuole, gli canterò sempre il mio DAJENU,‘“Questo mi sarebbe bastato”.
Con l’augurio di bene per tutti e per ciascuno.

Cordialmente
Don Vincenzo

XXV di Parrocato di Mons. Vincenzo Pellegrini (Ruvo, 1983 / 2008)

Perché la magnifica avventura continui...




La Comunità Parrocchiale per il suo Parroco
La storia contemporanea della chiesa del SS. Redentore si può suddividere in due periodi che reputo maggiori: il periodo di Mons. Michele Montaruli, che resse la parrocchia per quarantotto anni, ed i venticinque anni di Mons. Vincenzo Pellegrini che, oltre ad avere una data d’inizio, il 18 maggio 1983, per l’appunto, hanno anche un “padre”, o meglio una figura spirituale d’eccezione al loro imbocco, il Servo di Dio Don Tonino Bello, il quale, come ha scritto il Cardinale Dionigi Tettamanzi, “non appartiene solo alla piccola diocesi di Molfetta nella provincia barese o più in generale alla realtà pugliese. Essa è ormai un patrimonio dell’intera Chiesa italiana […]”. Dal 1983 ad oggi un lungo cammino è stato percorso. È un itinerario denso di lavoro e di servizio pastorale, che risente dell’ansia di compiere nel migliore dei modi la missione che la Chiesa gli ha affidato. Ho colto in lui questo tratto di delicatezza e di sano orgoglio sin dai tempi del mio primo incontro con lui, del mio primo articolo su Fermento, la “voce” della parrocchia, più di vent’anni addietro. È una strada lastricata di soddisfazioni e riconoscimenti, ma soprattutto di un impegno quotidiano e silenzioso, solerte e puntuale che non è sfuggito all’occhio dei suoi Superiori, che si dirama in tutte le direzioni della vita comunitaria e che mai ha degenerato nell’assolutismo o nell’assiomatico, soffocando o attentando alla libertà di coscienza dei figli di Dio. Il dogma è il Cristo; Egli è l’unico termine di paragone, l’alfa e l’omega. Don Vincenzo incide sulla diversità senza ucciderla, orienta e non irreggimenta, guida stando nel mezzo, fra la sua gente. È un tracciato di vita spirituale che trae elementi di fecondità dalla novità del Concilio Vaticano II, quando la Chiesa intese abbracciare il mondo in termini meno catechistici, se vogliamo, ma più profetici. Più Cristo, più profezia, più umanità, più Chiesa.
Una escalation spirituale che prende le mosse dalla “pietra d’angolo scartata dai costruttori” per giungere, attraverso i passaggi intermedi della parola che scuote le coscienze e dell’amore per l’uomo, alla edificazione di una Chiesa il cui cuore pulsa per il destino dell’umanità all’unisono con quello del Redentore delle genti. In Don Vincenzo non ho mai percepito tendenze anacronistiche o cedimenti nostalgici, semmai la volontà dell’intellettuale e del sacerdote di coniugare in modo
sapiente tradizione e modernità, “la dimensione festiva con quella feriale della vita, [di] leggere costantemente la Bibbia e il giornale al modo di Bonhoeffer”, come si espresse Renato Brucoli a proposito di Mons. Bello. Al di là di ogni altra sottolineatura sulla sua passione per l’arte sacra, le lettere, le bellezze monumentali del nostro paese, che lo hanno portato a scrivere testi importanti e ad abbellire il tempio, credo che segno inconfondibile del suo desiderio cordiale di comunicare il buono ed il bello sia proprio “Fermento”, non a caso definito “mensile per la comunione e la partecipazione”, nato nel gennaio 1986. A pensarci bene, comunione e partecipazione sono alla foce di ogni gradevolezza, sia estetica che spirituale, di ogni bontà, di ogni affabilità. Esse ne sono gli ingredienti principali. Don Tonino nel numero d’esordio tracciò da par suo le finalità del nostro mensile.
Non soltanto favorire la comunione ad intra, ma anche quella ad extra, cioè “con le altre parrocchie di Ruvo e con tutta la Chiesa locale”. Fermento è un simbolo ed uno strumento di unità dalle molte potenzialità, un veicolo di trasmissione della parola di Dio mediata, interpretata dalla riflessione dell’uomo, per stimolare quell’agape fraterna che stenta a radicarsi nella nostra realtà locale. Propaggine mediatica di Fermento è il sito blog della nostra parrocchia. Sbarcando su internet, la nuova frontiera della comunicazione, nel gennaio di quest’anno, la parrocchia si interfaccia non solo con la realtà diocesana, ma con ambiti molto più vasti, promuovendo la cultura dell’amicizia e della pace. Uno sbilanciamento verso il mondo voluto da Don Vincenzo, che testimonia della sua volontà di far esondare la parola di Dio, di seminare fermenti e semi di speranza oltre il recinto della nostra piccola e feconda comunità parrocchiale. Qualche effetto di pace in qualche recondita area del nostro mondo si dà, ne sono certo.
A lui, al quale mi legano sentimenti di amicizia e di stima, va il mio più sincero augurio di continuare a testimoniare il Cristo risorto e vivo, avendo come punto di riferimento la maestosa figura del Servo di Dio Mons. Bello. Servo di Dio
perché amico e servitore degli ultimi.

Salvatore Bernocco




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Gli Auguri del Papa



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Gli Auguri del Vescovo Mons. Luigi Martella



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Gli Auguri di Mons. Girasoli
AUGURI DON VINCENZO
Mi unisco con gioia a tutta la comunitá parrocchiale del SS.Redentore, alla quale sono unito fin dal mio battesimo, nel formulare gli auguri cordiali a Mons. Vincenzo Pellegrini che celebra 25 anni di parrocato. In queste ricorrenze si tende generalmente a guardare al passato per ringraziare il Signore Risorto delle grazie concesse e che hanno sostenuto il ministero di don Vincenzo ed anche per ricordare gli eventi che hanno segnato lo scorrere del tempo. E tu caro don Vincenzo...hai fatto veramente tanto per dar luce e lustro alla Parrocchia del SS.mo Redentore. Hai abbellito la Chiesa di opere d’arte e specialmente l’abside rifulge ora con raffigurazioni di scene evangeliche che conducono al pregevole mosaico del Redendore. Il tuo impegno pastorale é stato peró diretto principalmente a servire i fedeli, organizzando con loro una serie d’importanti iniziative che hanno contribuito a rafforzare la fede e l’impegno cristiano di tanti ruvesi, anche fuori dell’ambito parrocchiale. Vorrei richiamare, tra le varie importanti iniziative, le celebrazioni del Centerario della Parrocchia, il Sinodo e la pubblicazione mensile “Fermento”. Il 25º dev’essere, peró, anche una gioiosa occasione per guardare al futuro. Il SS.Redentore ti conceda un rinnovato vigore fisico e spirituale per continuare con successo il tuo ministero e, come se fosse un nuovo inizio, ti auguro di guardare avanti con l’entusiasmo che ti ha sempre contraddistinto e prego il Signore Risorto che possa coronare il tuo servizio pastorale con liete soddisfazioni .

Caro don Vincenzo auguri e “ad multos annos”.

Mons. Nicola Girasoli
Arcivescovo Titolare di Egnazia Appula - Nunzio Apostolico in Zambia e Malawi

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Gli Auguri del Sindaco di Ruvo Michele Stragapede
Reverendissimo Don Vincenzo,
è con estremo piacere che rivolgo a te e alla Comunità parrocchiale del SS. Redentore
che servi da venticinque anni, i miei più sinceri auguri. Ogni servizio comporta il sacrificio di sé che, se fondato su valori religiosi o soltanto filantropici, si commuta in gioia, in soddisfazione personale. In essa non c’è niente di egoistico perché il bene porta naturalmente inscritto in sé il premio spirituale della serenità interiore. Quanto si fa per gli altri è la cartina di tornasole della nostra quotidiana “missione”. Sono certo che in tutti questi anni tu abbia dato molto alla Comunità a cui ti destinò il compianto Servo di Dio Mons. Antonio Bello il 18 maggio 1983. Il ricordo di Don Tonino non si è affatto affievolito. Egli si prodigò concretamente per gli emarginati ed i bisognosi della Diocesi, si fece portatore di pace, fu amico degli uomini. Per queste ragioni la nostra gente continua ad amarlo e la Chiesa ne ha avviato la causa di beatificazione. Permettimi allora, da laico e da credente, con grande umiltà e rispetto nei tuoi confronti, consapevole del tuo onesto, disinteressato ed intelligente lavoro per la porzione di Chiesa che ti fu da lui affidata – e che ti valse l’onorificenza pontificia -, di farti l’augurio grande di conformarti sempre di più e meglio alla sua nobile figura, alla quale molti di noi continuano a guardare con immutati attenzione ed affetto. Il suo insegnamento, le sue parole, la sua azione concreta a favore degli ultimi sono di stimolo ad operare sempre per il bene comune, per una società a misura d’uomo. Politica e credi religiosi, pur nelle distinte ed autonome sfere, possono fare molto per rimettere a nuovo le nostre città, rinnovarle, renderle più civili ed accoglienti. Il mondo ha fame di valori e di punti di riferimento morali, etici, spirituali, civili, politici. I giovani hanno fame e sete di uomini integri, altruisti, aperti al futuro ed alla speranza. Anzi, senza speranza non vi è futuro, e in ciò so che consisterà il tuo impegno per gli anni a venire, nel seminare semi di futuro, nel far lievitare la pasta, nel contribuire a far crescere in modo sano l’albero comunitario.

Ing. Michele Stragapede, Sindaco



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Il VolontariatoVincenziano,
presente nella Parrocchia del SS. Redentore già da circa un ventennio è grato al Parroco mons. Vincenzo Pellegrini per la vicinanza e l’animazione spirituale, la disponibilità e la cordialità che gli concede. Avverte la sua insostituibile presenza quale guida formativa per la sua missione caritativa.
È certo, e si augura che la ricorrenza venticinquennale di parrocato serva ad un rilancio dello stesso Volontariato insieme alla Caritas parrocchiale.
Formula gli auguri più sentiti per un proseguimento proficuo del suo apostolato.


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Il Consiglio Pastorale Parrocchiale
L’augurio che il Consiglio Pastorale formula al parroco per il 25 ° anniversario della sua missione pastorale, affidatagli dal compianto Don Tonino, è che il non facile percorso di formazione spirituale da lui intrapreso per la crescita della comunità e portato avanti nel corso degli anni, possa continuare a incidere sempre più sulla coscienza di ogni membro della comunità, elevandolo sempre più verso il reale e profondo significato del dettato evangelico.
Tale messaggio infatti, è stato il punto di forza nella formazione dei componenti del Consiglio Pastorale.
Attraverso un’accurata presa di coscienza ecclesiale, si è potuto delineare il ruolo che ogni membro deve assumere all’interno della Parrocchia e fuori di essa: nella famiglia, nella società. È su questa lunghezza d’onda che gli amici del Consiglio continueranno ad impegnarsi, perché vogliono mantenere fede a quanto il vescovo don Gino ha suggerito a ciascuno durante la Visita Pastorale del dicembre 2006. Auguri allora e avanti. Insieme a te, don Vincenzo, vogliamo lasciare il segno del nostro impegno e del nostro entusiasmo.

Rosa Berardi
segratario del Consiglio Pastorale Parrocchiale


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La famiglia dell’Azione Cattolica
La lieta ricorrenza del XXV di parrocato di don Vincenzo diventa motivo di ripensamento su quanto egli ha fatto per l’Azione Cattolica Parrocchiale che sempre ed in ogni circostanza è stato fermento e ha dato impulso a molte iniziative nello spirito di un’educazione umana e cristiana, tipica dell’A.C., che ha creduto fortemente nel prodigioso incontro tra la Grazia di Dio e con le potenzialità umane, non discriminando ma valorizzando, spingendo sempre, noi laici, al coinvolgimento e all’assunzione di piccole e grandi responsabilità orientate a realizzare il bene nella realtà di tutti i giorni.
Esprimiamo gratitudine anche perché in questi anni, quotidianamente, grazie a lui per l’esperienza acquisita nell’A.C.I. regionale, si è cercato di “costruire ponti” verso altre realtà presenti all’interno della stessa parrocchia e nella chiesa diocesana.
Sempre ci si è misurati nel vivere un’esperienza associativa concreta di fraternità, di amicizia, di legame tra coetanei e soci.
Si legge nel Progetto formativo: “Ciò che lascia un’impronta nella vita delle persone è il clima in cui sono cresciute; i valori che hanno respirato; le esperienze in cui sono state coinvolte. C’è un’incisiva azione formativa che passa attraverso la vita, le sue relazioni, le sue provocazioni”. Ciò sintetizza bene quella che è stata la preoccupazione del nostro Parroco e dei tanti laici che si sono formati e avvicendati in questi 25 anni nell’A.C.I.. Erano stati questi i punti fondamentali sottolineati dal cardinale De Giorgi, allora Assistente Generale dell’A.C.I. venuto in Parrocchia da noi per la Settimana sull’Azione Cattolica nel 1991.
In questi 25 anni si è realizzata una vita associativa più qualificata come segno dell’unità della Chiesa in Cristo in cui ognuno ha inteso l’altro come compagno di viaggio e l’incontro tra generazioni ha arricchito tutti e, specialmente i giovani, hanno potuto beneficiare dell’esperienza e della testimonianza di chi ha già compiuto un tratto di strada.
In tal modo il patrimonio storico, di valori ed esperienze dell’A.C.I. non è andato perso ma sempre più valorizzato. Continua è stata la sollecitazione a progredire nella ricerca interiore e nella formazione volta all’azione, vivendo una vita spirituale non come vita astratta, lontana dal quotidiano ma come fermento e nutrimento per vivere da credenti nella realtà di ogni giorno.
L’augurio al nostro parroco e all’intera A.C.I. lo sintetizzo in un pensiero ribadito dal presidente nazionale Luigi Alici “a noi è affidato il compito appassionante di trasformare il cantiere a cielo aperto in un cantiere di Santità”; il nostro compito è, quindi, quello di non disperdere le ricchezze ma moltiplicarle e condividerle. E non‘è poco. È l’augurio affettuoso dell’A.C.I. parrocchiale.

Tecla Di Terlizzi
Presidente Parrocchiale A.C.I.



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Il Sodalizio di S. Rocco
La Confraternita “Opera Pia” di San Rocco e l’Associazione della Beata Vergine Madre del Buon Consiglio, esprimono a Mons. Vincenzo Pellegrini i più fervidi e sinceri auguri in occasione del 25 ° anniversario di parrocato esercitato presso la Chiesa del SS. Redentore. Per la circostanza, chiedono a Mons. Pellegrini – Padre spirituale dei menzionati sodalizi con sedi presso la chiesa di S. Rocco – un supplemento di disponibilità per percorrere insieme quel cammino di fede indispensabile alla crescita spirituale dei Confratelli e delle Associate, con particolare attenzione rivolta alla vita della parrocchia non disgiunta da quella confraternale, in quanto entità esistenti sullo stesso territorio. Con questi propositi rinnovano al loro Pastore un “ad majora” e il più sentito grazie per l’impegno che continua a profondere all’intera comunità che 25 anni or sono gli affidava il Servo di Dio Don Tonino Bello.

Cosimo Damiano Caldarola
Priore


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Le Comunità neo-catecumenali
Con gioia, i fratelli e le sorelle del Cammino Neocatecumenale si uniscono alla celebrazione del 25° di parrocato del nostro Don Vincenzo, riconoscendo in lui sicure doti di sacerdote convinto del suo alto ministero: Pastore del suo gregge. La sua presenza è continua, attenta e costante; lo si trova sempre disponibile all’ascolto e al bisogno di ciascun fedele. Noi del Cammino Neocatecumenale possiamo testimoniarlo e gli siamo ben grati sin da quando, sei anni fa, approdammo alla Parrocchia del SS. Redentore. Egli fu amorevolmente accogliente affinché questa parte del gregge non andasse dispersa. Il servizio pastorale, anche se impegnativo, che questa realtà ecclesiale frutto del Concilio Vaticano II gli richiede, non è mai disatteso. Perciò chiediamo al Signore che la sua disponibilità e fedeltà gli siano restituite in grazie e favori speciali per realizzare la sua e la nostra santificazione.

I Responsabili delle Comunità Neocatecumenali


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L’Associazione Turistica Pro Loco di Ruvo
Reverendissimo Don Vincenzo,
sono lieto, a nome mio personale e della Pro Loco, associazione che ti vide Presidente pro tempore negli anni ’70 e con cui hai sempre intrattenuto ottimi rapporti di amicizia e di feconda collaborazione, gli auguri più sinceri per il tuo XXV Anniversario di parrocato nella comunità del SS. Redentore. Un servizio, una missione che hai svolto con grande e diligente impegno, all’insegna dell’amore per la comunità che ti fu affidata dal compianto Don Tonino Bello e della passione per il bello e l’arte. In questi anni hai contribuito a dare un volto nuovo al tempio, arricchendolo di opere pregevoli, quali, a mo’ d’esempio, il mosaico absidale, l’altare di Zaza, la tela del Battesimo di Gesù, oltre ad aver dato lustro alla nostra città in veste di autore di ottime pubblicazioni, quali quelle sulla Cattedrale e gli aspetti “sacri” di Ruvo. Il mensile “Fermento”, unico mensile parrocchiale ruvese, svolge poi da più di un ventennio un’importante funzione pastorale e culturale, di utile approfondimento di questioni religiose, politiche e civili. Venticinque anni fruttuosi, quindi, ai quali auspico se ne aggiungano molti altri ricolmi di significati e forti segni spirituali e culturali.

Giuseppe Tedone
Presidente Pro Loco

Nel Mese

Il lavoro parrocchiale si è dovuto intensificare ancora di più per gli imminenti appuntamenti celebrativi per i fanciulli che hanno ricevuto il sacramento della Riconciliazione e per quelli che si avvicineranno alla Cresima (il 25 maggio) e alla Prima Comunione (il 1 ° giugno). Si sono pertanto avuti gli incontri per la preparazione immediata non solo con i ragazzi ma anche con i genitori e i padrini. È molto riuscita la celebrazione penitenziale del 20 aprile che ha registrato anche la presenza dei padrini del battesimo dei fanciulli di 3^ elementare. La catechesi giovanile e quella per il Volontariato Vincenziano ha avuto connotazioni di particolare rilievo perché incentrata sui temi pasquali. Non sono mancati gli appuntamenti mensili dell’Adorazione Eucaristica e quelli di verifica e organizzazione con i catechisti.
Puntuali anche gli incontri sulla Parola e Convivenza con la prima Comunità del Cammino Neo-catecumenale.
Molto partecipata la novena in onore della Madonna del Buon Consiglio che si è conclusa con la celebrazione solenne da parte del Vicario Generale Mons. Tridente e la processione della venerata Icona della Madonna. Si è dato poi inizio ad una Tre Sere in preparazione alla festa di S. Giuseppe lavoratore che è culminata il 1 ° maggio.


Luca