“TRA SOGNI E SPERANZE PER UN PROGETTO DI VITA”

Linee pastorali per il biennio 2009-2011

Il nostro Vescovo Mons. Luigi Martella, dopo le prime due tappe dell’interiorità e della relazionalità, ci parla della terza fase del cammino diocesano con i giovani: la progettualità. Lo fa con un testo di 36 pagine fitte di spunti di analisi, “Tra sogni e speranze per un progetto di vita”, con cui, piuttosto che impartire diktat dai quali non ci si deve discostare, invita affettuosamente i giovani (e gli adulti) a riflettere su alcune questioni dalle quali conseguirà la qualità del loro futuro, lo spessore delle loro esistenze, la riuscita delle loro vite. Se alla interiorità si addice la ricerca del Senso, cioè di Dio, che dà il senso primo ad ogni cosa, e se alla relazionalità appartiene la qualità dei rapporti, delle relazioni con noi stessi e con gli altri, alla progettualità si chiede di dare contenuto tanto alla prima quanto alla seconda, nel senso che una vita senza un progetto per e con gli altri, che si nutre di interiorità e fede, assomiglia più ad un moto senza senso che ad un cammino di liberazione in vista dell’incontro con Colui che ha fatto cielo e terra e che fa nuove tutte le cose.
Ai giovani, che vengono definiti “specialisti del presente”, assorbiti come sono dall’oggi, dal momento, il Vescovo prospetta un percorso all’insegna del servizio che fa della felicità non un miraggio, ma una realtà a portata di mano, sebbene avremo sempre a che fare con limiti e sofferenze insiti nella nostra natura.
È indubbio che la felicità sia la massima aspirazione umana. Un progetto che punti alla felicità è lastricato di doveri e responsabilità, di fatica quotidiana, di studio e sacrificio, mentre le proposte “mondane” indicano strade alternative che, in realtà e a conti fatti, producono dolore e disorientamento.
Basta dare un’occhiata a certe riviste e a certi spettacoli televisivi per accorgersi che ai giovani si offrono modelli facili, superficiali, tutti incentrati sull’estetica piuttosto che sull’etica, su certe “misure” piuttosto che sui contenuti. Modelli virtuali piuttosto che virtuosi.
La stessa politica italiana è scossa da comportamenti a dir poco discutibili, messi in atto da uomini e donne che dovrebbero fungere da esempi di rettitudine ed integrità morale.
Impostare la propria vita sulla superficialità espone alla inquietudine, scivola via senza lasciare traccia.
Compete alle agenzie educative fornire materiale per costruire sulla roccia dei valori umani e cristiani. L’alternativa è un mondo apparentemente seducente, ma in realtà vecchio e decadente.

Salvatore Bernocco