L’angolo della famiglia

Ti amo… e te lo dico!


Vorrei parlare in questo articolo sui gesti e linguaggi nella relazione d’amore.
Può apparire scontato richiamare il fatto che l’amore tra uomo e donna, essendo una comunione totale sul piano del corpo e dello spirito, coinvolga anche la gestualità fisica, che ha una sua espressione particolarmente significativa nel gesto sessuale. Ciò che non è altrettanto scontato è richiamare che la gestualità dell’amore uomo donna non è soltanto la gestualità sessuale genitale. Oggi c’è molta confusione in proposito. Dire ti amo alla persona amata si pensa che sia sottinteso di fare sesso subito, altrimenti quella parola non si può pronunciare.
Gli adolescenti in particolare, pensano che l’amore si risolva nel discorso genitale. Dire amore è qualcosa di molto più grande, impegnativo, di più profondo.
Quando una coppia per vari motivi non può più esprimere l’amore col linguaggio della genitalità, allora non può più pronunciare quella parola?
Penso che la risposta sia scontata. Penso a quella moglie che appena sposata si trova ad accudire il marito paralizzato in un incidente stradale. Mi diceva ho capito ancora di più in quel momento cosa significasse amare mio marito. Per ovvi motivi non ci potevamo esprimere l’amore con tutte le espressioni possibili. Ma mai abbiamo messo in discussione il nostro amore. Anzi si connotava di più profondità e autenticità quando amo una persona e le dico ti amo, la prima preoccupazione non deve esser quella di portarsela a letto, questo non è amore ma egoismo. Viviamo in un contesto in cui la relazione è fortemente sessualizzata, al punto, come dicevo sembra che tutto sia riducibile alla sessualità nella sua forma di genialità. Ho voluto fare questa premessa perché la gestualità non venga banalizzata.
L’amore è relazione personale. E come ogni relazione non si fonda solo sui gesti fisici, ma sul significato condiviso dei gesti. Ogni relazione d’amore ha un suo linguaggio proprio con “parole” proprie.
I gesti d’amore tra l’uomo e la donna espressi fuori dal loro contesto d’amore hanno altri significati e possono addirittura diventare un linguaggio materialmente corretto, ma falso non solo per l’intenzione di chi li compie, ma per quello che esprimono e comunicano. Occorre verità nei gesti soprattutto quando si è fidanzati, e ci si prepara ad un rapporto stabile dentro un progetto matrimoniale. Mi diceva una fidanzata: quando ci esprimevamo l’amore lui premetteva sempre la preoccupazione che se la storia finiva almeno si potesse rimanere amici. Questa era una preoccupazione di uno che sviliva la gestualità, che non capiva sufficientemente il linguaggio autentico dell’amore, come conferma di quello che dicevo nella premessa. Amore è una parola meravigliosa, impegnativa, non di due persone che si sfruttano, si usano, e si lasciano, ma che si rispettano.
Una caratteristica propria dell’amore coniugale è di essere una comunione di tutta la vita. “Intima comunione di vita” sostiene il documento conciliare Gaudium et Spes al n. 48, una comunione che coinvolge tutta la realtà personale dell’uno e dell’altra. L’essere umano è fatto di corpo e di spirito, la comunione coniugale implica non solo gesti corporei, cosa scontata, ma richiede che questi gesti corporei siano comunicatori dello spirito, affinché la comunione si realizzi. Solo in tal modo si salva e si costruisce l’unità della coppia. Invece quando è solo ricerca di corpi capiamo perché la coppia scoppia. Si spiegano così le evasioni coniugali.
Certo occorre progredire in questa unità di coppia.
Non si è mai sufficientemente preparati.
Proprio per l’unità corpo e spirito, il corpo umano è mediatore di ogni comunicazione della persona e mediatore di ogni relazione. La psicologia ci ha resi consapevoli che la comunicazione dell’interiorità passa attraverso la parola, intesa non solo come parola verbale: parola è la posizione del corpo, il modo di stare seduti, il modo di gesticolare, il modo di guardare, l’espressione del viso, il modo di vestire è un messaggio, verso la persona che ami, il modo di curare i capelli, un regalo, un servizio. Non c’è vera amicizia se non ci si vede mai figuriamoci in un rapporto di coppia stabile non avere il tempo di fermarsi per esprimere con tutto se stessi il proprio amore, si rischia di essere dei separati in casa. E quante situazioni del genere. Vi prego fermatevi nelle proprie case, trovate un tempo significativo per voi, ne beneficia la profondità del vostro linguaggio d’amore. Ne beneficiano i vostri figli che vedendovi innamorati e ricchi di stima reciproca, nella vostra gestualità avranno un bel messaggio verso la vita. Mi diceva una bambina: io non ho mai visto mio padre che accarezza mia mamma. Questa bambina aveva capito tutto. Perché abbiamo bambini pessimisti, insicuri, incupiti in una tristezza disarmante, perché nelle nostre case non si dice più ti amo, ti stimo, ti adoro. Ecco il contenuto profondo della gestualità autentica del linguaggio di una coppia che dice di amarsi. Altrimenti lasciamo perdere.
Altrimenti succede che mentre stai con la persona che dici di amare, hai già nel cuore il proposito di tradirla. L’ipocrisia in un rapporto di coppia ne costituisce la sua morte.
Parole e gesti devono camminare in piena sintonia col cuore. Ogni coppia sa bene che una delle fatiche del costruire la comunione coniugale è quello di capirsi. Capire il modo di essere del proprio partner e il suo modo di agire.
Capire le sue intenzioni. È spesso una fatica necessaria. Ogni coppia sa bene che talora non c’è bisogno di grandi cose per capirsi profondamente e sentirsi in piena comunione: basta uno sguardo o una dolce carezza.
Spesso i grandi sentimenti passano attraverso un semplice fiore, non solo di natura botanica il cui valore materiale è praticamente nullo, ma il cui valore simbolico è immenso.
Ciò significa che quello che dà senso e pienezza alla relazione, non sono sempre i grandi gesti, ma cosa c’è della persona in quei gesti anche piccoli ma che debbono essere quotidiani. I gesti sono importanti per la comunione di coppia, senza di essi non c’è comunicazione, ma non sono i grandi gesti che fanno la comunione, quanto la quotidianità della gestualità e del linguaggio dell’amore di coppia. Tutto questo non ha, né vuole avere il senso di svalutare la sessualità e la genitalità di coppia, ma di porla nel suo giusto contesto dell’insieme del linguaggio dell’amore coniugale, il quale non usa solo una parola, ma tutto un vocabolario e tanto più il vocabolario del cuore è ricco, tanto più la relazione diventa un poema d’amore. Giovanni Paolo II così si esprimeva in proposito: è tutta la persona, con tutta la ricchezza del linguaggio del corpo e dello spirito che deve partecipare a costruire la relazione d’amore. Solo così il corpo diventa manifestazione della persona e realizza il significato sponsale che gli è proprio. Questo significato sponsale si realizza in pieno quando la nuzialità del corpo diventa espressione della nuzialità dello spirito.
La chiave dell’armonia non sta nella riuscita della copulazione, bensì nella fioritura della nuzialità delle anime. Ciò significa che è l’intesa delle anime che deve guidare e suggerire le parole del linguaggio gestuale dell’amore e non viceversa. I gesti debbono liberarsi della loro istintività e della sola emotività per caricarsi di significatività e bontà. Solo così non avremmo col tempo degli annoiati in amore ma degli incantati, che si dicono sempre rispetto, stima, considerazione, in una parola amore.


Padre Lino Sibillia