Libertà religiosa, porta della pace

"Libertà religiosa, via per la pace”. Questo il tema scelto da papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale per la pace del 2011.
La giornata che, dal 1968, si celebra il primo giorno di ogni anno, metterà dunque l’accento sul tema attualissimo della libertà religiosa. Mentre nel mondo si registrano diverse forme di limitazione o negazione della libertà religiosa, fino alla persecuzione e alla violenza contro le minoranze, questa “libertà delle libertà” va difesa con coraggio, specie dall’agressione dei fondamentalisti. La religiosità del fondamentalismo è in realtà una manipolazione e una strumentalizzazione della verità religiosa.
Come insegna il Concilio Vaticano II, “ognuno ha il dovere e quindi il diritto di cercare la verità in materia religiosa”(Dichiarazione Dignitatis humanae, n. 3). Un diritto fondamentale dell’uomo, presupposto per lo sviluppo umano integrale (Caritas in veritate, n. 29) e condizione per la realizzazione del bene comune e l’affermazione della pace nel mondo. Come a detto Benedetto XVI all’assemblea generale delle Nazioni Unite, “i diritti umani debbono includere il diritto di libertà religiosa, compreso come espressione di una dimensione che è al tempo stesso individuale e comunitaria, una visione che manifesta l’unità della persona, pur distinguendo chiaramente fra la dimensione di cittadino e quella di credente” (New York, 18 aprile 2008).
Oggi sono molte le aree del mondo in cui persistono forme di negazione o di limitazione alla libertà religiosa. “E’ inconcepibile – afferma il Papa – che dei credenti debbano sopprimere una parte di se stessi, la loro fede, per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti”.
L’uomo non può essere frammentato, perché ciò in cui crede ha un impatto decisivo sulla sua vita e sulla sua persona. Osserva infatti Benedetto XVI: “Il rifiuto di riconoscere il contributo alla società che è radicato nella dimensione religiosa e nella ricerca dell’Assoluto, per sua stessa natura espressione della comunione fra persone, privilegerebbe indubbiamente un approccio individualistico e frammenterebbe l’unità della persona”.

Aldo Maria Valli