UN’ANTICA PRATICA RINNOVATA DAL CRISTIANESIMO

Il digiuno, affinchè la carne non prenda il sopravvento, può costituire un atto di religione e di culto. Fu praticato, prima del cristianesimo, tra i popoli orientali, i Romani, i Greci, gli Egiziani. Perché e quando digiunavano?
Gli antichi lo facevano per paura che i demoni acquistassero potere sull’uomo mentre questi mangia. Il digiuno era poi considerato come mezzo per prepararsi all’incontro con la divinità e riceverne oracoli e forze magiche. Si digiunava anche per scacciare i demoni maligni, e questa era forse la finalità del digiuno funebre. Ad Atene, in occasione della festa in onore di Demetra, era prescritto che le donne digiunassero per un giorno sedute a terra.La pratica del digiuno era diffusa presso gli antichi ebrei. C’era il digiuno funebre per la morte del defunto, c’era quello che preparava alla rivelazione divina. Ad esempio, Mosè digiuna 40 giorni e 40 notti prima di ricevere dal Signore i dieci comandamenti sul Sinai (Esodo 34,28).
Tuttavia, nell’A.T., il digiuno era per lo più espressione dell’umiliarsi dell’uomo di fronte a Dio, a scopo propiziatorio. In tempo di crisi tutto il popolo digiuna per allontanare da sé la calamità (Giudici 20,26). In particolari circostanze si fecero digiunare anche le bestie (Giona 3,5-8). Il digiuno era strettamente connesso con la preghiera, soprattutto se questa era penitenziale.
In ambito cristiano l’esempio fondamentale è quello di Gesù, che digiuna nel deserto 40 giorni e 40 notti (Matteo 4,2), e il digiuno è associato alla preghiera (Matteo 6,16-18).
Ben presto da pratica privata il digiuno diventò rito comunitario, come la preghiera: nella Didachè (fine del I secolo) si prescrive di digiunare mercoledì e venerdì. Inoltre si digiuna in ricorrenze significative: prima del battesimo, durante la quaresima, nella settimana santa.
Il tema del digiuno fu trasferito in senso spirituale soprattutto come segno di astinenza dal male. Nel cammino quaresimale è esercizio che libera volontariamente dai bisogni della vita terrena per riscoprire la necessità della vita che viene dal cielo.: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Lo leggiamo in Matteo 4,4, in Luca 4,4 e la liturgia ce lo proclama all’antifona di comunione della I Domenica di Quaresima.
Da alcuni anni ha preso piede il digiuno solidale, come privazione per soccorrere i poveri. Pratica saggia, mentre si parla di modificare i propri stili di vita per gli affamati della terra.