Cosa dicono sulla tomba del Beato Giovanni Paolo II?


Da 10 a 18 mila i pellegrini che ogni giorno visitavano la tomba di Giovanni Paolo II nelle Grotte Vaticane. Molte di più, ora che il Beato è sepolto nella Basilica di San Pietro. Quali pensieri esprimano le persone, nessuno può dirlo. Ma qualcuno ha letto i numerosi biglietti lasciati presso la tomba. A Isabella Lo Iacono, giornalista e docente, è stata offerta la possibilità di visionare gli oggetti, i messaggi, le lettere, le fotografie lasciate sulla tomba del Papa. La giornalista parla di uno straordinario fenomeno, che è poco definire devozionale, perché supera di molto il significato che in genere si dà a questo termine. La gente, infatti, cerca in Karol non tanto l’intercessore, quanto il confidente, colui col quale dialogare. Se vogliamo spiegare, diciamo che siamo tutti un po’ spaesati, credenti da una parte e miscredenti dall’altra. Ci riconosciamo nel dubbio, questo tarlo che insidia le certezze di chi guarda il cielo e indebolisce la disinvoltura di chi al cielo non solleva gli occhi. Nel dubbio e nell’affanno ci consegniamo a un uomo che è stato in tutto e per tutto uomo in mezzo agli uomini.
Karol ha voluto bussare alle case dei poveri e dei ricchi, al cuore dei cristiani e dei no cristiani. Oggi questa frastagliata umanità va da lui, gli restituisce la visita. È straordinario che i biglietti, le lettere lasciate sulla tomba riportino i propri recapiti, perfino il numero telefonico. Come se il Papa dovesse contattarli per una parola di conforto o per un consiglio su un problema.


D. V.