TORNIAMO AL PASSATO: SARÀ UN PROGRESSO

Grave ed urgente è stata definita dal Presidente dei Vescovi italiani, card. Bagnasco, la questione morale «non soltanto in politica ma in tutti gli altri ambiti del pubblico e del privato» (Gazzetta del 30 agosto). Per cui sono giustificate e condivisibili le sue esortazioni a quanti hanno responsabilità nella vita pubblica e nell’attività economica a proporre modelli culturali alternativi destinati a diventare dominanti e far cambiare gli stili di vita e ad invertire l’attuale tendenza al consumismo, all’edonismo e al lassismo che hanno prodotto quegli scandali assurdi che hanno riempito a distesa le cronache dei giornali e delle televisioni.
Invertire l’attuale tendenza significa porre al centro della vita gli ormai dimenticati valori del «dovere e del sacrificio». In verità Bagnasco non scopre nulla di nuovo; si tratta infatti di valori ampiamente collaudati già nel passato che sono stati alla base della crescita e dello sviluppo del nostro Paese a ridosso della seconda guerra mondiale. Chi appartiene alla generazione di quegli anni ricorderà che si lavorava di più, otto ore giornaliere ed oltre; in famiglia c’era chi cucinava e risparmiava sulla spesa; i figli non avevano la pretesa di trascorrere il sabato e la domenica nelle discoteche e nelle pizzerie fino alle ore piccole; la scuola era fatta di studio intenso e severo senza le pause delle vuote assemblee o le gite dispendiose quanto inutili. Si badava all’essenziale riconoscendo il sacrificio come un dovere, non come una imposizione. L’Italia di quegli anni è cresciuta per il coraggio degli imprenditori e per il senso di responsabilità dei lavoratori. Non è l’amarcord di un nostalgico del tempo che fu. Ma l’amara constatazione di un italiano di buon senso il quale si è riconosciuto nel pensiero del Presidente dei Vescovi e che, in un momento di crisi incalzante intende riscoprire l’importanza della «frugalità» come norma del proprio stile di vita. Occorre che ogni italiano scrupoloso e responsabile si decida a fare un passo indietro. Gli antichi dicevano che il miglior guadagno è il risparmio. C’è da eliminare il superfluo nelle famiglie, lo spreco nelle prebende e nel voluttuario nella pubblica amministrazione; c’è da recuperare l’entusiasmo produttivo scavando nei settori inesplorati; c’è da rimediare efficienza ed efficacia nel lavoro. Quanto ai giovani sarebbe opportuno che rinuncino al miraggio del posto fisso e che scommettano sul loro futuro orientandosi coraggiosamente nell’imprenditoria esplorando settori che abbiano prospettive di crescita: agricoltura, turismo, artigianato tipico, servizi alla persona, professionalità tecniche legate all’elettronica, alla meccanica, all’energetica, all’informatica alla domotica ecc… Per tutti, comunque, urge il ritorno all’osservanza di un rigoroso codice etico che abbia come ispirazione principale l’onestà.

Michele Giorgio