LA PACE DEL CUORE È COME UN LAGO

Mi piace paragonare il cuore in preghiera a un lago alpino, a quota 2000; un calmo lago azzurro, che rispecchia le montagne intorno. Così è il cuore in preghiera: è pace, è un sorriso che sorge dal riflesso di Dio - la vetta - dentro di noi e si diffonde anche negli altri.
La lettera di una ragazza mi sembra interessante al riguardo: «Davvero voglio imparare a guardare di più al Signore. È bello capire che la casa la si riconosce sempre: è là, dove il nostro cuore può riposare sicuro… pace, tranquillità e gioia. Penso che sia da questo che si riconosce la via giusta: io non l’ho ancora trovata, però ammetto che non saprei vivere senza sapere e sentire lo sguardo di Gesù sui miei passi, e il suo dolce sorriso che rende leggero ogni peso. Il problema che basta poco per guardare - più che al suo sguardo - ai miei piedi: e allora cado. Non lo sento preoccupato per me: non nel senso che non si preoccupa, ma nel senso che tutto andrà come deve andare, e so che mi vuole bene anche se io non so come vorrei. La fede è davvero una cosa grande che fa entrare in un mondo nuovo, quello vero. Mi fa vedere le cose come veramente sono. Vorrei averne di più». Che cosa turba la quiete del lago? Tante cose, ma io voglio soffermarmi soltanto su una. La mancanza di pace. Non siamo in pace. Non abbiamo ancora accolto il dono di Gesù: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14,27); «Pace a voi!» (Gv 20,19).
Come fa un cuore a ritornare nella pace? Come riesce a rimpatriare un cuore agitato dal turbamento? Un cuore che ha dei conflitti dentro, infatti, non è sereno, vive gelosie e invidie, non si accetta, coltiva dei rancori, è stanco della propria esistenza. Come poter risanare un cuore che si lascia abbattere dal fallimento, dai propri limiti, dagli insuccessi, dal vedere le cose non realizzate secondo i suoi desideri? Come non lasciarsi turbare da tutto ciò che sconvolge il lago alpino e ne fa venire a galla il fango, i detriti, ed impedisce allo specchio d’acqua di riflettere la montagna, cioè Dio? Perché, in questa condizione, non c’è più azzurro, non c’è più serenità, sorriso, fiducia, abbandono… mentre il Signore vuole proprio il nostro cuore come un lago alpino! Infatti, nonostante le onde che son al di sopra, nel più profondo Lui è il protagonista, Lui ci abita, ed è il segreto della pace interiore. È questo che dobbiamo nuovamente ottenere, perché è il segreto che ci guardare la vita in un modo nuovo: e lo otterremo con una vera preghiera, che è la preghiera del cuore. Con una preghiera che affronta anche la croce.
Che vive la croce come amore. Ed è, appunto, tale tipo di preghiera che ci riporta l’azzurro, la trasparenza che può riflettere la montagna. Padre David Maria Turoldo - poeta, uomo di Dio innamorato dei salmi - ha scritto: «Io credo che l’uomo non può realizzarsi senza il silenzio e la preghiera. Ciò che più manca a questo nostro tempo, a questa civiltà è lo spirito di preghiera. Questa sarebbe la vera rivoluzione: il mondo non prega? Io prego. Il mondo non fa silenzio? Io faccio silenzio, e mi metto in ascolto. Ciò che più ci manca è proprio il rapporto con il mistero, l’apertura sull’infinito di Dio: per questo l’uomo è così solo, insufficiente e minacciato! È la caratteristica di questa civiltà del fracasso: non si fa più silenzio, non si contempla più. Si è perso il vero valore delle cose. È un tempo senza canti. Oggi non si canta, oggi si urla, si grida: appunto civiltà del frastuono, tempo senza preghiera. Senza silenzio e, quindi, senza ascolto. Più nessuno ascolta nessuno. Non è senza ragione che questi tempi sono senza gioia, perché la gioia viene da molto lontano. Occorre scavare in profondità e bisogna ritornare a pregare». Questo bellissimo passo di Turoldo ci riconduce al lago alpino del nostro cuore, proprio per essere alternativi oggi.
Un’alternativa che però ci fa fratelli degli altri, perché così li aiutiamo veramente. Portiamo loro un messaggio nuovo. Chi è in preghiera - una preghiera che sia ascolto e Presenza - domani saprà anche ascoltare gli altri.