IL SIGNORE MANDA I SUOI ANGELI SUL NOSTRO CAMMINO

Miei Cari,
nel grigiore e nelle tristezze della vita, tra gli incidenti di percorso e le illusioni o abbagli di trovarti con persone sincere e che si rivelano poi confuse e tutt’altro che solari ma politicanti, la bontà del Signore ti fa incontrare ponendoli sulla tua strada degli uomini veri; figure di valore che tra la “ripetizione della dottrina e la compassione, hanno preferito quest’ultima”. Mi riferisco a P. Ernesto Balducci, incontrato per diversi giorni a Firenze alcuni anni prima della sua scomparsa. Lui, un gigante per la cultura, la fede e il servizio (era lui che al mattino si imponeva di servirci la colazione). E con lui P. David Turoldo presentatomi da Don Tonino nell’atrio dell’episcopio di Molfetta e che mi aveva precedentemente scioccato e edificato con la lettura del suo libro: “Il dramma è Dio”. La sua figura imponente e le sue parole di eccezionale penetrazione “Non sapete che un pò di lievito fà fermentare tutta la pasta? (1 Cor., 6) lasciavano trasparire la trascendenza e il vero uomo di Dio. Che dire poi di Don Tonino? Con la sua lapidaria affermazione “Chi non vive per servire, non serve per vivere” e tutto il suo ministero di vescovo ritmato dello spirito del servizio e dalla compassione. Ma non basta. E la povertà, la fiamma nel cuore e l’anelito di una Chiesa che sia veramente tale che fuoriesce da ogni poro di P. Ortenzio da Spinetoli più volte incontrato in una modesta casa condivisa a Recanati con una famiglia di poveri custodi del cimitero recanatense? Lo avevo ammirato, approfondito e studiato in quel suo volume, libro di testo durante gli studi di teologia negli anni ’60 “I Vangeli dell’infanzia”. E per concludere in grazia: la solare e amabile, fraterna persona del frate dei Servi di Maria, Alberto Maggi che tanto bene fa parlando con semplicità del Vangelo di Gesù e che attraversa dal nord al sud l’Italia. Segnato purtroppo da qualche mese dalla sofferenza per una disseccazione dell’aorta mentre continua ad affermare che tale esperienza gli conferma che “quando si vive per gli altri, al momento del bisogno si riceve cento volte di più” o che “è la Chiesa che deve convertirsi al Vangelo, non il contrario”. Ma ciò che mi ha fatto riflettere è un affermazione di fede che non ho mai ascoltato da altri (che anzi!: chiamato al capezzale di una morente che sollecitavo al perdono del suo coniuge, costei si rifiutava ribadendo un deciso «no»). Ebbene, quando uno si trova in grave pericolo di vita, si è soliti invocare o rivolgere preghiere a questo o quell’altro santo, facciamo celebrare messe. A me, che assicuravo a questo umile frate il mio conforto nella preghiera, mi son sentito dire che non ce ne sarebbe stato bisogno perché “la scelta del Signore sarà la migliore”. Una fede disarmante. Avremmo dato anche noi questa risposta? Grazie, P. Alberto per questa lezione fondamentale: fede e compassione. Miei Cari, il Signore non ci abbandona, anche nei tristi momenti che stanno attraversando i fratelli dell’Emilia- Romagna e sempre confortandoci con angeli che pone sul nostro cammino come P. Alberto, infermo che ti scuote con le sue affermazioni di fede: “La scelta Sua sarà la migliore”. Avvenga così anche per ciascuno di noi.
Cordialmente,
Don Vincenzo