Papa Francesco: "IL CAMMINO NEOCATECUMENALE è un gran bene nella Chiesa"

"Quanta solitudine, quanta sofferenza, quanta lontananza da Dio in tante periferie dell’Europa e dell’America e in tante città dell’Asia!”. Lo ha detto il Papa nell’udienza concessa al cammino neocatecumenale. “Io oggi confermo la vostra chiamata, sostengo la vostra missione e benedico il vostro carisma”, ha detto Jorge Mario Bergoglio, e sottolineando, in merito alla missio ad gentes dei neocatecumenali, che bisogna “passare da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria” per evitare che “le acque ristagnino nella Chiesa”. “Io oggi confermo la vostra chiamata. Lo faccio non perché lui Kiko mi ha pagato, ma perché voglio farlo”, ha detto, tra gli applausi, il Papa prima di benedire sacerdoti e famiglie in partenza per missioni di evangelizzazione. “Andrete in nome di Cristo in tutto il mondo a portare il suo Vangelo: Cristo vi preceda, vi accompagni e porti a compimento quella salvezza di cui siete portatori!”. Dopo aver ringraziato i fondatori del cammino, Kiko Arguello e Carmen Hernandez, presenti in prima fila insieme a Padre Mario Pezzi e accanto a quattro cardinali (Vallini, Filoni, Rouco Varela e Cordes), “per quanto, attraverso il Cammino, stanno facendo a beneficio della Chiesa”, “io dico sempre – ha scandito il Papa tra gli applausi – che il cammino neocatecumenale fa un grande bene nella Chiesa”. Le comunità missionarie, ha ricordato il Papa, “sono formate da un presbitero e da quattro o cinque famiglie, con i figli anche grandi, e costituiscono una missio ad gentes, con un mandato per evangelizzare i non cristiani: i non cristiani che mai hanno sentito parlare di Gesù Cristo e i tanti cristiani che hanno dimenticato chi era e chi è Gesù Cristo. Non-cristiani battezzati, ma ai quali la secolarizzazione, la mondanità e tante altre cose – ha sottolineato il Papa – hanno fatto dimenticare la fede. Svegliate quella fede”. Per il Papa, il mondo di oggi ha “estremo bisogno” del messaggio cristiano: “Quanta solitudine, quanta sofferenza, quanta lontananza da Dio in tante periferie dell’Europa e dell’America e in tante città dell’Asia! Quanto bisogno ha l’uomo di oggi, in ogni latitudine, di sentire che Dio lo ama e che l’amore è possibile! Queste comunità cristiane, grazie a voi famiglie missionarie, hanno il compito essenziale di rendere visibile questo messaggio, Cristo è risorto, Cristo vive, Cristo è vivo tra noi”. Il Cammino neocatecumenale, “un vero dono della Provvidenza alla Chiesa dei nostri tempi, come hanno già affermato i miei predecessori”, ha ribadito il Papa, citando in particolare Giovanni Paolo II, “poggia su quelle tre dimensioni della Chiesa che sono la parola, la liturgia e la comunità. Perciò l’ascolto obbediente e costante della parola di Dio; la celebrazione eucaristica in piccole comunità dopo i primi vespri della domenica - ha detto il Papa subito seguito dagli applausi - la celebrazione delle lodi in famiglia nel giorno di domenica con tutti i figli e la condivisione della propria fede con altri fratelli sono all’origine dei tanti doni che il Signore ha elargito a voi, così come le numerose vocazioni al presbiterato e alla vita consacrata”. Il Papa ha poi sottolineato: “In diverse occasioni ho insistito sulla necessità che la Chiesa ha di passare da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria. Quante volte nella Chiesa abbiamo Gesù dentro e non lo lasciamo uscire. Quante volte. Questa è la cosa più importante da fare se non vogliamo che le acque ristagnino nella Chiesa”. L’udienza è stata introdotta dai consueti canti dei neocatecumenali e da un articolato discorso di Kiko Arguello: “Spero di essere breve…”, ha premesso il fondatore del Cammino, che ha poi indicato al Papa i vari gruppi nazionali presenti nell’aula delle udienze. Tra gli australiani Kiko ha sottolineato che spuntava anche un canguro di gomma. Il Papa ha concluso l’udienza benedicendo le comunità con duecentocinquanta famiglie in partenza per la missione.

I. S.