RUVO: PER UN FUTURO MIGLIORE

Premettiamo che siamo convinti che non vi sia classe politica, amministratore pubblico, sindaco o assessore, che non voglia il progresso della comunità in cui opera. Lo diamo per scontato, sebbene (ma non riguarda il nostro paese) ci siano episodi, ormai quotidiani, di malaffare, di arresti, di avvisi di garanzia indirizzati a politici ed amministratori locali. Roma è un esempio eclatante dello sfascio cui sono giunte molte amministrazioni a causa di fenomeni corruttivi e di pessima amministrazione della cosa pubblica. Anche non saper amministrare con competenza una città costituisce un fatto assai grave. La nostra Ruvo per fortuna non ha vissuto situazioni come quelle appena descritte, ma fa fatica a rimettersi in sesto a causa di un debito abnorme relativo al mancato incasso delle somme dovute dalle cooperative edilizie. Pare che non vi siano soldi pubblici da destinare ad altre opere pubbliche e che sia divenuto complicato persino sostituire una lampadina (a proposito di illuminazione pubblica, come mai è così fioca in Corso Cavour?). Esigere quelle somme sarà estremamente complesso. Probabilmente ci vorranno anni e si andrà ben oltre l’attuale amministrazione, da qualcuno definita di “salute Pubblica” o intesa come commissariamento di un partito e di una città che pure aveva espresso nel 2011 un sindaco, Vito Ottombrini, che suscitò molte speranze ed aspettative ma che poi, alla resa dei conti, è stato praticamente spazzato via dal suo stesso partito di appartenenza, pensionato, esonerato. È assai raro che un sindaco uscente non sia ricandidato neppure dal suo partito, il quale, evidentemente, gli ha addebitato peccati, omissioni, negligenze di cui, in ogni caso, non sarebbe l’unico responsabile. Abbiamo l’impressione che l’attuale amministrazione voglia far dimenticare quella amministrazione. Senza riuscirci. Il sindaco appare un po’ “blindato” nel suo ruolo, decisionista e scarsamente propenso al dialogo con la sua stessa maggioranza consiliare. Qualche mal di pancia si avverte, e proviene proprio dalle fila della maggioranza. Questo - se ci è permesso esprimere un parere disinteressato – è il risultato inevitabile dell’affidamento di una amministrazione ad una figura tecnica, la quale è stata “pregata” di scendere in campo per salvare un partito in difficoltà, scosso da turbolenze interne, e sull’orlo della esplosione. Vogliamo credere nelle capacità di questa amministrazione di risolvere almeno qualche problema atavico. Gli assessori sono tutti tecnici, non politici, per cui dovrebbero conoscere a menadito le questioni e lumeggiare le soluzioni, sebbene sia importante, democratico e responsabile non rinchiudersi nel “fortino tecnico” (anche Monti e Fornero erano tecnici) ma dialogare con i consiglieri comunali, di maggioranza ed opposizione, al fine di condividere le scelte ed individuare le strade più agevoli, legittime e lecite, per portare a casa qualche risultato, per il bene comune.

 Filoteo